GIORNO 1 – 19 luglio
Arrivo dei partecipanti all’aeroporto di Leh. Trasferimento in hotel. Presa in consegna dei mezzi e resto della giornata libero per meglio acclimatarsi all’altitudine. Leh si trova in un’oasi di montagna nella valle dell’Indo a 3.505 metri di elevazione. Consigliamo quindi di utilizzare la giornata per riposarsi, recuperare energie ed evitare eventuali fastidi dovuti all’altitudine.
GIORNO 2 – 20 luglio LEH-LAMAYURU 135 km, 4 ore
Colazione, preparazione bagagli e siamo pronti per partire! Il tour comincia in direzione ovest. Lasciata Leh ci muoviamo lungo l’Indo, attraversando una piana circondata da brulli pendii, prima di ritrovare il fiume più avanti. Anziché proseguire lungo la direttrice principale, prendiamo una stradina a destra, la quale si incunea in una piccola valle dove si staglia il Monastero di Likir. Riprendiamo la strada maestra per fare rotta verso Alchi, dove pranzeremo a pochi metri dal suo antico monastero. Lasciata Alchi, l’Indo entra in una stretta gola e la strada lo segue lungo una sinuosa striscia d’asfalto.
Dopo Khalsi lasciamo l’Indo, piegando a sinistra sulla NH3 (La strada che collega Leh a Srinagar). Con il fiume alle spalle, la strada si infila in una stretta e ombrosa forra che si conclude con alcuni tornanti giusto ai piedi del villaggio. Relax, cena
GIORNO 3 – 21 luglio LAMAYURU-PADUM 192 km, 8 ore
La giornata comincia affrontando una tranquilla stradina asfaltata che porta al villaggio di Wanla, dopo di che si dà spazio all’avventura; si sale, prima lentamente, poi lungo una serie di tornanti che portano al cospetto dei 4.565 metri del Sir Sir La, il primo passo che affronteremo in questo tour. La discesa è altrettanto spettacolare, con la strada che si contorce fino a raggiungere il fondo valle, dove faremo sosta per il pranzo in una baracca a Photoksar. Poi riprendiamo a salire per raggiungere i 4.420 metri del Bumiktse La e a seguire i 4.751 metri del Singe La, prima di scendere nella valle dello Zanskar. La stretta fenditura tra le pareti verticali di roccia lascia spazio solo allo scorrere del fiume, il quale dà il nome alla catena montuosa che stiamo attraversando. Di conseguenza la strada è stata letteralmente scavata nel fianco della montagna, con le difficoltà che ne conseguono. Da Wanla a Honia ci sono circa 120 chilometri senza asfalto, durante i quali sarete chiamati a destreggiarvi tra fondo compatto, ghiaia, sassi smossi, pietre, sabbia, polvere finissima e scivolosa, tornanti dalle pendenze importanti e l’assoluta mancanza di protezioni a valle; il tutto a quote non inferiori a 3.500 metri. Gli ultimi 40 chilometri sono di puro relax, grazie alla presenza del bitume che ci scorta fino a Padum, la nostra destinazione di giornata.
GIORNO 4 – 22 luglio PADUM-KEYLONG 160 km, 7 ore
Padum è il centro principale dello Zanskar, anche se assomiglia più a un confuso paesone che a una cittadina. Fino a quattro anni fa l’unica via che lo raggiungeva partiva da Kargil e ci volevano due giorni per coprire i 235 chilometri e arrivare sin qui. La strada che abbiamo percorso ieri, e buona parte di quella che faremo oggi, consente di raggiungere più velocemente Leh a nord e Manali a sud, anche se ci vorranno anni prima che possa essere completamente asfaltata.
Lasciamo Padum e puntiamo in direzione sud seguendo la traccia che corre ora a mezza costa, ora più in alto, ma sempre su fondi naturali o pietre smosse e guadi; la razione di fuoristrada prevista per oggi è di circa 60 chilometri. Il Gombo Rangjon è una piramide di granito che si staglia solitaria alla biforcazione della valle e funge, oltre che da luogo di interesse, anche da punto di sosta prima dell’ascesa ai 5.091 metri dello Shinku La, l’ultimo valico prima della lunga discesa che porta a Darcha e alla Manali-Leh Highway. Keylong si trova a soli 30 chilometri, che percorriamo tra mille curve aggrappati all’asfalto che sovrasta la valle del fiume Bhaga.
GIORNO 5 – 23 luglio KEYLONG-KAZA 186 km, 8 ore
Anche oggi faremo scorpacciata di guida in off, grazie alla strada che porta alla Spiti Valley. Da Keylong continuiamo lungo la Manali-Leh-Highway fino al bivio di Gramphu, dove la vecchia strada si arrampica sui tornanti che portano al Rothang La, mentre noi prendiamo a sinistra lasciando l’asfalto per continuare l’esperienza con la strada a fondo naturale e con i guadi. Faremo una pausa a Jilang e la sosta pranzo a Batal, poi saliremo ai 4.551 metri del Kunzum La e scenderemo finalmente nella valle dello Spiti, circondati da paesaggi mozzafiato. Dopo 80 chilometri di fondo naturale ritroviamo l’asfalto a Losar. Da qui a Kaza sarà un dolce e riposante viaggiare, senza considerare gli immancabili imprevisti, sempre in agguato su queste strade. Kaza è il centro principale della Spiti Valley, dove è possibile trovare delle sistemazioni per la notte accettabili e dove occorre necessariamente fermarsi per ottenere i permessi di transito lungo la inner line, il confine conteso con la Cina.
GIORNO 6 – 24 luglio KAZA-RECKONG PEO 217 km, 6h
Kaza si trova a 3.800 metri di altitudine sulla destra orografica dello Spiti; seguiremo il corso d’acqua per buona parte della giornata, saltando da una sponda all’altra, salendo e scendendo di quota a seconda delle situazioni contingenti in cui è stata costruita la strada, inanellando una serie infinita di curve e controcurve, un vero paradiso motociclistico.
Man a mano che I chilometri scorrono sotto le ruote il paesaggio si fa meno arido e cominciano a comparire i primi segni di vegetazione; stiamo scendendo dolcemente seguendo il fiume Sutlej, che nasce in Cina ma sfocia nel delta dell’Indo, in Pakistan. Con l’abbassarsi dell’altitudine aumenta invece il flusso del traffico, per cui dovremo cominciare a prestare più attenzione alla strada, e soprattutto ai suoi utenti. Reckong Peo è il capoluogo del Kinnaur, il distretto più orientale dell’Himachal Pradesh ricco di alte vette e profonde valli. La popolazione di Reckong Peo è di circa tremila persone, ma durante l’alta stagione è presa d’assalto dal turismo locale per l’aria salubre e per la sua posizione a mezza costa sulla valle dello Sutlej.
GIORNO 7 – 25 luglio RECKONG PEO-SHOJA 194km, 6h
Abbandoniamo, temporaneamente, i paesaggi lunari dell’alto Himalaya per concederci una giornata di guida ondeggiando sulla strada che segue l’andamento della valle, in un tripudio di vegetazione rigogliosa, di lenti camion fumanti e di clacson strombazzanti. Le curve non mancano, così come le occasioni di sperimentare da vicino il contatto con il traffico indiano, lontano anni luce dalla concezione dello stare in strada che abbiamo in Europa. L’importante è non farsi prendere dal puntiglio e pretendere di avere la ragione dalla propria; qui non vi ascolterà nessuno e vi guarderanno come un alieno appena atterrato sulla terra. Ragion per cui, adeguatevi al flusso biomeccanico vigente e date sfogo alla vostra indignazione usando smodatamente il clacson.
A Behna lasciamo la valle dello Sutlej e, piegando a destra, imbocchiamo una stradina che prende a salire attraversando minuscoli villaggi tra faggi e abeti. Quando la foresta si dirada siamo al cospetto del Jalori Pass, a 3.223 metri con la vista che spazia sulla valle sottostante che, ovviamente, ci apprestiamo a discendere. Shoja non è che un piccolo agglomerato di case arroccato su un ripido versante, ma anche l’unico luogo della zona dove poter trovare un tetto per la notte.
GIORNO 8 – 26 luglio SHOJA-KEYLONG 175 km, 5h
Riprendiamo la strada in direzione nord, nord-ovest, scendendo lentamente di quota fino a incontrare il fiume Beas, che risaliamo grazie alla nuova strada a due carreggiate che fluidifica in maniera ottimale il traffico. Passiamo Kullu (il centro principale che da il nome alla valle) e facciamo sosta a Manali, rinomata località di villeggiatura montana (una sorta di Cortina indiana) e punto d’incontro di molti backpackers che arrivano fin quassù attirati dalla disponibilità (invero poco tollerata) della marjuana, che cresce spontanea letteralmente ai bordi della strada.
Manali è però anche il punto di partenza della Manali-Leh Highway, la strada conosciuta a livello planetario dai motociclisti di ogni continente per l’aurea avventurosa che la circonda; e noi vivremo l’esaltante esperienza di percorrerla tutta nei prossimi due giorni. Dopo la pausa riprendiamo la strada ma, anziché arrampicarci sui 50 tornanti che portano al Rothang La, imboccheremo il più comodo, e veloce, Atal Tunnel che in soli 9 chilometri ci riporterà nella Lahaul Valley e da qui a Keylong, dove riposeremo prima di affrontare il tratto più bello, e impegnativo, della Manali-Leh Highway.
GIORNO 9 – 27 luglio KEYLONG-TSO KAR 236 km, 6h
In termini chilometrici quella di oggi risulta essere la tappa più lunga del tour, ma grazie agli enormi sforzi del governo, operati negli ultimi quindici anni, l’asfalto ricopre quasi totalmente questo tratto della Manali-Leh Highway. Ciò nonostante, avremo di che divertirci affrontando una miriade di curve e di tornanti per raggiungere le sommità del Baralacha La (4.850 metri), del Nakee La (4.739 metri) e del Lachulung La (5.065 metri). Inoltre, il tratto dal Baralacha La al villaggio temporaneo di Pang è quello che richiede più attenzione e impegno, per via dell’altitudine e delle condizioni della strada, poco confortevole e molto sterrata. Passato Pang saliamo ai 4.700 metri delle Morey Plans, dove la striscia di asfalto corre lungo un altopiano lunare, deserto ma immensamente bello. Thukje è un minuscolo gruppo di case adagiate sulla sponda nord dello Tso Kar, un piccolo lago salato incastonato in una corona di cime spesso innevate, che rappresenta il nostro arrivo di tappa.
GIORNO 10 – 28 luglio TSO KAR-LEH 153 km, 5h
L’ultima tappa ci porterà ad affrontare anche i 5.328 metri del Taglang La, che è al contempo l’ultimo passo e il punto più alto del nostro tour. La strada è quasi del tutto asfaltata, ma ciò non toglie, come sempre in Ladakh, che possano esserci dei tratti in rifacimento o, se durante la notte ha nevicato, dei tratti in ombra con fondo ghiacciato. Gli oltre sessanta chilometri di discesa ci porteranno ad attraversare caratteristici villaggi tra vecchi stupa e pareti di roccia rossa prima di ritrovare le acque dell’Indo. Upshi sarà la nostra ultima sosta, dopo di che i restanti chilometri che ci separano da Leh fungeranno da giusto commiato motociclistico a questa esperienza unica. Provvederemo a riconsegnare le motociclette, trasferendoci poi in hotel per il meritato relax e per la cena.
GIORNO 11 – 29 luglio DAYOFF IN LEH
Questa, meritatissima, giornata serve per “riprendere fiato” dopo una fantastica cavalcata sulle strade più impegnative, e suggestive, del maestoso Himalaya. Leh è il principale centro del Ladakh. Possiamo scegliere di sollazzarci in hotel, piuttosto che bighellonare per la città visitando il suo Tibetan Market, la Moschea, il Royal Palace e i negozi di souvenir, oppure prendere un taxi per salire allo Tsemo Gompa o allo Shanti Stupa, da dove la visuale si perde verso le cime dello Zanskar. Quest’ultima location è ideale per fotografie panoramiche. A sera ci ritroveremo tutti insieme per celebrare con una cena il compimento di questa vera e propria avventura sulle strade più alte del pianeta, e sarà una sera che, come le altre passate, difficilmente dimenticherete.
GIORNO 12 – 30 luglio VOLI DI RIENTRO
I voli per Delhi partono il mattino e atterrano dopo circa un’ora e mezza nella capitale. A seconda del vostro piano voli potrete decidere se attendere direttamente in aeroporto per l’imbarco o prenotare una camera in hotel in attesa che si apra il check in dedicato alla vostra rotta.