Si può celebrare l’arrivo del nuovo anno in un luogo più accogliente delle fredde lande europee senza andare dall’altra parte del mondo? Sì! Se si sa guardare nella giusta direzione si può cogliere l’opportunità che ci dà la vicinanza con il continente africano.
La Tunisia si trova a un tiro di schioppo dalle coste italiane ed è raggiungibile via nave con una sola notte di navigazione partendo da Genova e la si può visitare con poco più di una settimana di tempo a disposizione.
Nonostante la sua limitata estensione territoriale, la Tunisia è in grado di offrire un compendio di paesaggi e di ambienti naturali decisamente sopra la media, senza tralasciare la sua lunghissima storia che risale al tempo dei fenici, passa per i romani, gli arabi e conclude la sua fase di influenza culturale esterna con l’ottenimento dell’indipendenza dalla Francia nel 1956.
Tour a Capodanno in moto in Tunisia
Se si parla di storia, un viaggio in Tunisia non può che cominciare con una visita a Cartagine, il sito storico più famoso del Paese dove i fenici si insediarono nove secoli prima di Cristo. Tra i resti giunti fino a noi spiccano le terme di Antonino, contigue al palazzo presidenziale, il porto punico e il quartiere di Byrsa sulla collina che domina la zona.
Poi arriva il momento di mettersi in strada e si passa da un sito fenicio a un altro. Biserta, infatti, oltre a essere il più antico insediamento fenicio in Tunisia è anche la città più settentrionale dell’Africa.
Continuando a viaggiare in direzione ovest si attraversa un’area che potrebbe vagamente ricordare la Val d’Orcia per le sue colline morbide ricoperte da sterminati campi di grano. Nell’antichità quest’area era infatti considerata uno dei granai di Roma per la massiccia produzione del prezioso cereale.
Proseguendo oltre ci si avvicina al confine algerino, ma il nostro itinere si ferma a Tabarka, cittadina di pescatori dalla posizione strategica e per questo contesa da sempre; fenici, romani, genovesi, spagnoli e francesi si sono avvicendati al comando di questo importante caposaldo difensivo.
Dopo il pernotto a Tabarka la nostra rotta vira decisamente verso sud, salendo e scendendo da quelle che sono le estreme propaggini orientali dell’Atlante.
Guidiamo lungo il confine algerino, tra boschi e caratteristici villaggi di montagna fino a scendere nella piana di Jendouba, dove ci attende la visita della città romana di Bulla Regia, famosa per i suoi suggestivi mosaici.
Continuando verso sud i rilievi diventano più dolci e lentamente l’ulivo prende il posto dei campi di grano in un ambiente che comincia a perdere la predominanza del verde.
Dopo Gafsa il paesaggio cambia radicalmente, con l’aridità del deserto pietroso che prende il sopravvento su tutto, anche sulle emozioni di chi lo percorre in moto affascinato dalla bellezza primordiale di un ambiente tanto ostile quanto attraente.
Il nostro viaggio organizzato in moto in Tunisia – Rosso corallo
Con la visita a Mides ci addentriamo nella zona delle oasi di montagna, dove l’acqua nel corso del tempo ha scavato impressionanti canyon che fungono da confine con la vicinissima Algeria.
Dall’altopiano la strada P16 si annoda su alcuni tornanti prima di scendere sulla spettacolare depressione desertica che si apre davanti a noi.
L’oasi di Chebika è incastonata in una piccola gola che nasconde un laghetto sorgivo alimentato da fresche acque. Qui approfittiamo dell’ombra del palmeto per pranzare distesi su accoglienti tappeti gustando le specialità della cucina tunisina.
Poi ancora strada, tagliando in due lo Chott el Rahim o ciò che resta di quello che un tempo era uno dei tanti laghi salati della regione.
Tozeur si è sviluppata in una oasi e ha origini berbere. La cittadina è conosciuta per la sua importanza nella produzione e commercio di datteri, tra i più rinomati della Tunisia. Circa quaranta chilometri a ovest di Tozeur si trova Mos Espa, uno dei set fatti costruire da George Lucas per la saga di Star Wars.
Lo Chott el Jerid è il più grande lago salato della Tunisia, meta imperdibile per ogni motociclista soprattutto quando ha la possibilità di percorrerne la superficie asciutta per raggiungere l’iconico relitto di un bus che qui si impantanò nel 1986 e di cui resta solo lo scheletro arrugginito consumato dall’azione erosiva del sale.
Douz, a est dello Chott el Jerid, è stata per molto tempo una delle porte del Sahara e punto di arrivo delle carovaniere che attraversavano il grande deserto. Oggi è una trafficata cittadina dove ogni giovedì si svolge un caratteristico e colorato mercato.
Mides, Chebika, Tozeur e Douz sono tutte oasi interessanti con la propria storia e in qualche modo raggiungibili senza troppe difficoltà. Ksar Ghilane invece si trova sperduta nel nulla a decine e decine di chilometri dal centro abitato più vicino; dista infatti 90 chilometri da Beni Kedache e 140 da Douz.
L’oasi originaria, la superficie è stata decisamente ampliata per implementare la coltivazione dei datteri, si estende intorno a una pozza di acqua termale che sgorga dal sottosuolo a una temperatura di circa 30°.
Grazie alla presso ché totale mancanza di inquinamento luminoso, pernottare in questa oasi offre la possibilità di ammirare una volta celeste particolarmente suggestiva e brillante.
Lasciando le dune di Ksar Ghilane si percorre a ritroso un tratto della C211 per raggiungere il sito di Ksar Hallouf. Gli ksar sono molto comuni in questa zona montuosa perché fungevano da villaggi fortificati dove le comunità erano use riparare in caso di attacco esterno. Ksar Hallouf risale al XIII secolo, buona parte del sito è stata restaurata (al suo interno vi si trova anche un antico frantoio) e dalla sua sommità si domina la valle sottostante.
Chenini è un villaggio berbero arroccato sulla costa di un rilievo ed è meta di un considerevole flusso di turisti per la sua scenografica posizione. Altrettanto suggestivo, ma molto meno caotico, è il vecchio villaggio di Douiret, che ancora conserva l’atmosfera immobile delle arcaiche comunità berbere di montagna.
Dopo una sosta balneare in quel di Zarzis, la rotta del tour prende decisamente la direzione nord, fermandosi al cospetto dell’anfiteatro romano di El Jem prima di raggiungere Kairouan, la nostra ultima tappa.
Kairouan è considerata la quarta città santa dell’Islam perché all’interno delle sue mura si trova la Grande Moschea, edificata nel VII secolo (I secolo dell’era musulmana) e per questo particolarmente venerata dai devoti. Oltre alla moschea Kairouan offre anche una vivace medina e un rumoroso bazar dove si trovano fianco a fianco opere di artigianato, souvenir per turisti e vecchi elettrodomestici male in arnese, importati dai tunisini che vivono all’estero.
Prima del ritrovo al porto per la traversata di rientro non manca il tempo per una veloce visita a Sidi Bou Said, un caratteristico borgo appollaiato su un promontorio che domina il golfo di Tunisi. Le case imbiancate a calce e dipinte di blu sono un richiamo irresistibile per i turisti, così come gli innumerevoli negozi pronti a soddisfare la voglia di ricordi in attesa del viaggio di ritorno.
La Tunisia, quantomeno le località e le situazioni più interessanti dal punto di vista culturale e turistico, si può racchiudere nel fazzoletto temporale necessario a terminare questo percorso stradale, aperto a tutte le moto, capace di proiettare il viaggiatore in una sequela di contesti diversi tra loro, accomunati da una genuina bellezza che non si limita all’aspetto esteriore ma che è invece in grado, per chi la sa cogliere, di regalare infinite sfumature di umanità.
Donato
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